VACANZE FRANCIA 24/7- 6/8 2022

In questo anno di estrema scarsità di precipitazioni, ovviamente abbiamo deciso di fare una vacanza in canoa!! Ci ritroviamo quindi io (Roberto), Silvia, Michele e Francesca a programmare due settimane di vacanza, in cui ci fossero itinerari fluviali, che avessero anche una valenza naturalistica, storica e anche extra canoa. La scelta cade quindi sulla Francia, paese in cui si trovano tutte queste caratteristiche. Abbiamo quindi deciso per la zona Sud/orientale. La prima settimana trascorre tutta nella regione del Périgord, forse poco conosciuta, ma che invece riserva numerose gradite sorprese. Presso un campeggio prenotiamo due bungalows in una zona strategica, che ci permette con pochi kilometri di spostamento di raggiungere i tratti più interessanti della Dordogna e della Vézère. Dopo 9 ore di viaggio ci accoglie al campeggio a Siorac la titolare della struttura "Le port de Siorac", ci fa subito una impressione di estrema rigidità, viene subito soprannominata da Silvia "la Gestapo", infatti al termine del soggiorno dovrà eseguire l'ispezione per verificare che il gruppo di italiani non abbia provocato danni e fatto pulizia come si deve

 

 

 
 

Giorno 1: Comunque, la domenica decidiamo di scendere la Dordogna, partendo proprio dal campeggio, per arrivare a Tremolat, 24 km più a valle. La discesa si svolge senza problemi, l'acqua è poca ma sufficiente, con alcuni tratti di corrente un po' più veloce ed altri quasi ferma. Arriviamo molto bene a Limeuil, graziosissimo villaggio medioevale alla confluenza con la Vezere, da in poi è un patimento! Acqua quasi ferma e paesaggio non eccezionale. Consigliamo fermata a Limeuil. In ogni caso, la discesa è sta allietata da decine e decine di garzette, aironi, nibbi bruni. Uno spettacolo e la sensazione di essere avvolti dalla natura, anche grazie alle rive sempre boscose

 




Giorno 2: Ancora Dordogna, questa volta nel tratto a monte, con arrivo al campeggio. Da Beynac a Siorac. Il paese della partenza è stupendo, con  il castello sulla rocca ed il villaggio medioevale al di sotto che si sviluppa lungo il fiume. Prima della partenza visitiamo il paese, che si dimostra veramente molto ricco di scorci suggestivi, non ci attardiamo perchè ci attendono 18 km di pagaiata, su un fiume sempre povero di acqua ma con un po' di corrente che ci aiuta, la difficoltà è sempre nulla. Paesaggio molto verde e fiume sempre pieno di canoisti!!


Giorno 3: Cambiamo fiume, andiamo a fare un tratto della Vézère, affluente di destra della Dordogna, a circa 15 km dal campeggio, nel tratto da Les Eyzies a Le Bugue, poco meno di 12 km, non ripeterò in futuro che c'era poca acqua, perchè è sempre stato così. La valle della Vézère è contraddistinta da numerose falesie, molto vicine al fiume, con numerosi insediamenti umani che sono state abitati dalla preistoria fino al medioevo, in qualche caso ancora adesso, e che caratterizzano il paesaggio.Molto interessanti, visitiamo alcuni siti. Questo tratto di fiume è popolato da numerose famigliole di cigni.

 
 

 

Giorno 4: Dopo quasi 60 km di canoa in 3 giorni, sentiamo il bisogno di riposare e ci dedichiamo al turismo, andiamo a visitare Sarlat, considerata la capitale (anche gastronomica) del Perigord e città più bella della regione. Non ci delude, nonostante un gran numero di turisti la città ci affascina con viuzze medioevali molto ben tenute.

Nel pomeriggio visitiamo anche il Jardin de Eyrignac, con meraviglie di arte topiaria.

 

Giorno 5: Si torna in canoa! Dopo la visita della città di Domme, ci imbarchiamo a Carsac, per scendere fino a Beynac, 19 km, in cui si affacciano numerosi castelli e piccoli villaggi medioevali, perfettamente conservati. E’ un tratto abbastanza frequentato da turisti in canoa





Giorno 6: Si torna sulla Vézère, da Reygnac a Les Eyzies, dove visitiamo il villaggio troglodita e un castello costruito utilizzando in gran parte la parete della falesia. È l'unica giornata con un po' di pioggia, che però non guasta la discesa, anzi rende il tutto più suggestivo.



 

 

Giorno 7: Lasciamo la Dordogna, e mentre attendiamo l'ispezione della Gestapo, ricordiamo le belle discese, i paesini curati, la mancanza totale di plastica nel fiume e sugli alberi, i tramonti lunghi e caldi e gli aperitivi che tutti i giorni ci rinfrancavano dopo le pagaiate.

L'ispezione, non senza qualche patema, viene passata e partiamo alla volta del Tarn, ci avviciniamo verso Est all'Italia e giungiamo nei pressi del fiume ad un orario che ci permette di fare un tratto di fiume, non molto lungo, circa 11,5 km, ma molto bello, scorre trasparente tra grossi massi di calcare, con qualche piccola rapidina, grosse trote nuotano tranquille sotto le canoe, evidentemente sono abituate, e alzando gli occhi al cielo, o almeno quel poco che si vede attraverso la stretta gola, vediamo una cosa che ci accompagnerà per il resto del viaggio, numerosissimi AVVOLTOI!!!

Dopo la discesa ci attende l'hotel a St. Chely s/Tarn e un bagno in piscina ci rigenera dalla fatica del viaggio e dal caldo!


 
 
 

Giorno 8: È il giorno del tratto superiore del Tarn, decidiamo di affittare le barche presso uno dei numerosi noleggiatori, perché la scarsità d'acqua, il tratto lungo e le barche in resina non vanno d'accordo, inoltre avere il recupero già fatto, specie su quelle strade tortuose, è una gran comodità. Per quasi 18 km non ci pentiamo affatto della scelta, molto spesso la canoa si ferma all'ingresso dei tratti con più corrente, obbligandoci a scendere e trascinare la barca per brevi tratti! Purtroppo quest'anno va così! A circa 7 km dall'arrivo il fiume si stringe e l'acqua scorre leggermente più incanalata tra altissime pareti strapiombanti ed erose da secoli di corrente. Sul cielo le grosse sagome dei grifoni volteggiano sopra di noi! Attendono qualche canoista esausto? Non ci avrete!!

La discesa termina al Pas de Souci, una frana antica che ha reso il fiume impraticabile.

 


Giorno 9: Altra giornata di pausa canoistica, organizziamo una gita a piedi nel vicino Parco nazionale des Chevennes, una breve passeggiata ci porta ad un sito sull'altopiano che sovrasta le gole, sito abitato sin dalla preistoria e con delle curiose formazioni rocciose ad arco. Nel pomeriggio, pur con qualche perplessità, andiamo a vedere la “Maison des vautours” (casa degli avvoltoi) pensando ad una mostra un po' pacchiana, invece si dimostra un bel centro in cui spiegano la vita dei più grandi volatili europei, con numerosi cannocchiali puntati sui posatoi, nidi ecc... tutto mentre in cielo decine di animali volteggiano maestosi!!

 

 

Giorno 10: Lasciamo la splendida e inaspettata valle del Tarn con le sue gole e i suoi avvoltoi in direzione Ardèche, dove giungiamo verso le 14, abbiamo tempo di fare un pezzo di discesa! Decidiamo per il tratto dal ponte di Savalas fino al famoso e iconico Pont D'Arc. In breve ci pentiamo della decisione, una marea di gente, cumuli di barche e corpi all'ingresso delle piccole e strette zone di acqua un po' più veloce, addirittura una squadra di vigili del fuoco posizionati tra i sassi tirano e indirizzano l'esercito di “canoisti” per evitare cataste di barche. Quindi è opportuno evitare quel tratto nelle ore centrali della giornata o a luglio/agosto



 
 

 

Giorno 11: oggi è la volta del tratto lungo dell'Ardèche, avendo già percorso 8 km il giorno precedente ce ne restano “solo” 25. Come per il Tarn decidiamo di affittare le canoe, perché il recupero è abbastanza lungo, circa 1 h. Troviamo forse più acqua di quella che ci aspettavamo, perché una diga a monte fornisce acqua, seppur poca, per non fermare quella che per la zona è una vera e propria industria. Partiamo presto, alle 9 siamo già col culo in barca, finalmente la temperatura non è ancora eccessiva e la gente sul fiume poca, basta questo per gustare al meglio la discesa. Ce la prendiamo comoda, il recupero arriverà alle 16,30 e al ritmo da canoisti ormai allenati arriveremmo troppo presto, quindi ci fermiamo numerose volte a fare il bagno e rinfrescarci. Una birra fresca ci attende all'arrivo!!

 

 

 

Giorno 12: Ci spostiamo verso il Verdon, attraversiamo l'assolata e calda Provenza, con i suoi immensi campi di lavanda, purtroppo è tardi per la fioritura, ma il profumo ancora riempie l'aria.

Arriviamo di primo pomeriggio sul lago St. Croix, formato da una diga che sbarra il corso del fiume, e da cui è possibile risalire le famose gole per oltre due km. Purtroppo il livello a causa della siccità è diversi metri sotto la norma, e porta alla luce diverse zone di fondale fangoso. Non è possibile risalire per più di 500 m.

 

 

Giorno 13: Per l'ultimo giorno di vacanza decidiamo di lasciare le canoe al campeggio e di andare a conoscere le gole a piedi. Il più profondo canyon d'Europa, in alcuni punti alto fino a 1200 m e col fiume che si stringe fino a soli 60 cm, tale da fare a malapena passare il kayak dei canoisti che lo volessero percorrere. E' possibile percorrere interamente le gole con un sentiero, divisibile in due parti, purtroppo quello più breve, ma anche più spettacolare, è chiuso per possibile caduta massi, quindi ci resta solo il sentiero Martel, che percorre il fiume tra saliscendi spettacolari, ripide e strette scalette aeree, corrimani, per 16 km. Il caldo spesso opprimente ci obbliga a frequenti soste per bagnarci nelle fredde e limpide acque del torrente. Terminiamo esausti ma felici

 

 

Giorno 14: Vacanza finita, si torna a casa, è stata abbastanza faticosa, ma piena di sorprese e con grandi soddisfazioni.

Sarebbe bello tornare di nuovo, magari esplorando diversi percorsi fluviali. E' anche possibile frazionare il percorso. 

 


 

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